Condividete le informazioni e se potete salvateli.
Se parti da un abitazione anni ’90 con una classe energetica bassissima, tipo E o giù di li, risalire e migliorare il comfort domestico non è difficile.
Sai che parti dall’involucro tappando i buchi del secchio, pensi al tetto poi alle finestre e per finire al cappotto.
Quando hai finito il vestito, pensi all’interno e quindi ti concentri sulla parte impiantistica e, per evoluzione dei sistemi, pensi al fotovoltaico e alla pompa di calore.
Per come si evolve il pensiero, è perfettamente in linea con la tecnica moderna e fin qui niente di sbagliato, fino a quando arrivano le orde di prodotti scadenti e di vecchie abitudini.
Ce ne sono due che ultimamente mi fanno impazzire e su questi vi chiedo di aiutarmi a diffondere il messaggio.
La prima è una fesseria enorme, tanto che Glaser si rivolta nella tomba. Ci sono aziende che inneggiano il no ai cappotti perché creano condensa e poi danneggiano la casa.
La seconda è la tortura della caldaia ibrida che solitamente è in mano a 3 categorie, aziende commerciali da strapazzo, professionisti retrò con zero voglia di innovazione, 4 (censored…).
Per entrambi vi è un unico rimedio, invitare i soggetti a dedicare tempo alle informazioni serie, magari chiedendo a qualche esperto.
Vi è poi una difesa naturale che dovrebbe entrare in gioco e dovrebbe essere la più semplice di tutte: chi porta avanti una tesi come le due descritte, va evitato in tutti i sensi, punto.